Il concept

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NipPop 2024: Parole e Forme da Tokyo a Bologna

 14-15-16 giugno 2024, Bologna

 CITYSCAPES/CITYESCAPES

 

La XIV edizione di NipPop: Parole e Forme da Tokyo a Bologna si articola negli spazi del DAMSLab con una ricca offerta di attività rivolte a target diversificati, pensate per avvicinare i giovani, gli studenti e le studentesse ma anche più in generale la cittadinanza alla cultura giapponese oltre gli stereotipi e i pregiudizi più diffusi, per consolidare quella rete di dialogo e scambio interculturale che dal 2011 stiamo costruendo. 

Il filo conduttore che abbiamo scelto per le iniziative targate NipPop quest’anno è l’esplorazione dello spazio urbano: città reali, possibili o immaginate che si rincorrono fra le pagine dei libri, dei manga, nei fotogrammi del cinema classico e contemporaneo, d’animazione e live action, nelle installazioni artistiche che creano nessi imprevedibile fra passato e presente, nei progetti di un’architettura sempre più marcatamente visionaria. Tracciano una rete di riferimenti che ci accompagnano in un percorso di decostruzione e ricostruzione, contrazione e espansione, in un fluire di narrazioni in precario equilibrio fra la materica e granulosa realtà del mondo in cui noi, abitanti della modernità “liquida”, viviamo e un possibile altrove spazio-temporale. 

Foto di Louie Martinez su Unsplash

E di fatto tra i fenomeni che hanno segnato il passaggio dall’era industriale alla realtà post-industriale spicca il peso sempre maggiore assunto dallo spazio urbano come centro di quei processi di consumo all’interno dei quali anche la cultura ormai si colloca. Ed ecco che le città nel processo si trasformano in giganteschi contenitori di beni, servizi e immagini, e nell’immaginario globale è soprattutto Tokyo a imporsi come l’epitome della città-non-stop, senza notte, senza sonno, senza riposo, il modello di riferimento al quale dagli anni ‘80 in poi tendono piccoli e grandi centri urbani dentro e fuori dal Giappone. Un labirinto metropolitano nel quale l’uomo può solamente smarrirsi: uno spazio che vede progressivamente dissolversi il confine tra l’astratto e la corporeità del quotidiano, tra i margini e il centro, tra il reale e il virtuale. I corpi di un’architettura sempre più fine a se stessa, ma anche i corpi delle donne e degli uomini che la abitano e la percorrono, ne fanno un ammasso di contenitori in cemento e acciaio di desideri, ossessioni, sentimenti e paure, dove presente e futuro si rincorrono nel dedalo delle strade soffocate da una nuova entità (umana? ab-umana? iper-umana? post-umana?): la folla. 

Lo spazio urbano è protagonista, come luogo reale e come luogo simbolico, nella produzione culturale giapponese moderna e contemporanea. L’arte si modella sulla città, la riflette, la ritrae, cerca di fissarne l’incessante movimento in un quadro, un fotogramma, una manciata di parole: ritratto realistico, distorsione distopica o utopica, groviglio di strade ed edifici, la città nell’onnipresenza o nella’assenza, riemerge dalle proprie ceneri e dalle ceneri della modernità.