Trasformazioni – il Giappone in movimento

Trasformazioni – il Giappone in movimento

Trasformazioni – il Giappone in movimento

03 marzo – 28 aprile 2020

Sala Conferenze
Biblioteca Salaborsa
a cura di Paola Scrolavezza

In collaborazione con Power to the Pop – Osservatorio sulle culture pop contemporanee, NipPop propone una rassegna in 3 incontri dal titolo Trasformazioni – il Giappone in movimento per portarci più vicino al Giappone contemporaneo e introdurci ad alcune delle sue dinamiche culturali più vive e stimolanti. Il paese, che nel 2020 ospita le Olimpiadi, è oggi più che mai al centro dell’attenzione e dell’interesse di un pubblico sempre crescente. Attraverso tre libri iconici, che spaziano dalla fiction alla saggistica allo zuihitsu – una sorta di zibaldone di pensieri di leopardiana memoria -, avremo modo di riflettere e confrontarci con esperti del Sol Levante sul caleidoscopio culturale che emerge da una società in continua, rapida trasformazione, dove limiti e confini esistono solo per lo spazio di un istante, per essere poi prontamente spazzati via: fra classico e moderno, fra tradizione e fantascienza, fra umano e meccanico, fra pop e sublime.

‘Red Girls’ di Sakuraba Kazuki 

con la traduttrice Anna Specchio

03 marzo, ore 18:00

Trasformazioni - il Giappone in movimento Red Girls

Saga familiare che narra di tre generazioni di donne nel dopoguerra giapponese, Red Girls mescola elementi di realismo magico e di giallo, la storia di una famiglia e quella di un paese provato e in profonda trasformazione. Nel piccolo villaggio di Benimidori, Man’yō è un’orfana nata con il dono della chiaroveggenza, che dovrà proteggere come un terribile segreto. La sua vicenda si intreccia con quella della ricca e potente famiglia Akakuchiba, proprietaria di un’importante fonderia sulle montagne, e del suo complicato erede. La figlia di Man’yō, Kemari, è per contro estremamente creativa, disegna manga e trascorre la sua giovinezza ribelle insieme a una banda di motocicliste per cercare la sua strada nel mondo.

È Tōko, la figlia di Kemari, a narrarci questa storia: una autoproclamatasi “inutile” giovane donna, che non sembra avere ereditato le facoltà della nonna o il talento della madre, ma che si impegna a ricostruire le avventure, le disgrazie e gli amori della sua famiglia e a risolvere il mistero delle ultime parole pronunciate da Man’yō in punto di morte: «Sono un’assassina».

Il destino complicato di queste donne, raccontato in uno stile sognante da una voce capace di suscitare le più profonde emozioni, si unisce e forse riflette in un cinquantennio di drastici cambiamenti quello del loro paese, il Giappone.

Anna Specchio, assegnista di ricerca in Lingua e Letteratura Giapponese presso l’Università degli Studi di Torino e docente a contratto di Lingua Giapponese presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, si occupa di letteratura femminile post-moderna e contemporanea, con particolare attenzione ai rapporti tra scrittrici e nuovi media e all’immagine della donna nella letteratura e nei media contemporanei. Ha tradotto, tra le altre, opere di Higashino Keigo (La colpa, Atmosphere Edizioni, 2016; e Sotto il sole di Mezzanotte, Giunti Edizioni, 2018), Iwaki Kei (Arrivederci, arancione, Edizioni E/O, 2018), Kawamura Genki (Se i gatti scomparissero dal mondo, Einaudi, 2019) e Sakuraba Kazuki (Red Girls, Edizioni E/0, 2019) e diversi manga tra cui opere di Makoto Shinkai e Moyoko Anno. È autrice di articoli di critica su Ogawa Yōko, Hayashi Mariko e Murata Sayaka e ha curato insieme a M. Cestari, G. Coci, D. Moro il volume Orizzonti Giapponesi: ricerche, idee, prospettive (Aracne editore, 2018).

‘Il teatro dei robot’ di Cinzia Toscano

con l’autrice Cinzia Toscano 

01 aprile, ore 18:00

Trasformazioni - il Giappone in movimento Cinzia Toscano

La robotica riveste nella contemporaneità giapponese un ruolo sempre più significativo e negli ultimi decenni si è inserita in maniera quasi naturale in ambiti sociali e lavorativi. Il libro, attraverso l’analisi del Robot-Human Theatre Project, nato dalla collaborazione tra il drammaturgo e regista teatrale Hirata Oriza e l’ingegnere Ishiguro Hiroshi, cerca di delineare i tratti distintivi della robotica giapponese. Inoltre, l’analisi teatrologica dei cinque spettacoli nati in seno al progetto e che vedono in scena attori in carne ed ossa e robot umanoidi e androidi, ha permesso di compiere un affondo nell’odierna società nipponica.

Cinzia Toscano, dottore di ricerca, si occupa principalmente di teatro contemporaneo giapponese, con particolare attenzione alla commistione tra teatro e nuove tecnologie. Dal 2014 è parte del comitato di redazione della rivista di studi Antropologia e Teatro e all’attività di ricerca accosta l’organizzazione di eventi culturali e di iniziative editoriali.  Nel 2019 ha pubblicato il libro frutto delle ricerche di dottorato Il teatro dei robot. La meccanica delle emozioni nel Robot-Human Theatre di Hirata Oriza (ed. Clueb). 

‘Iroiro. Il Giappone fra pop e sublime’ di Giorgio Amitrano  

con l’autore Giorgio Amitrano

28 aprile, ore 18:00

Trasformazioni - il Giappone in movimento Giorgio Amitrano

Il termine iroiro si scrive con il carattere di «colore», e raddoppiato suggerisce la molteplicità: alla policromia si aggiunge una sottile venatura sensuale, e l’allusione alla leggerezza, alle tessere dell’esperienza che vanno a ricomporre un racconto del Giappone capace di conservare il sapore della scoperta non solo intellettuale ma emotiva. Un moderno zuihitsu, dunque, termine che – ci dice Amitrano – il dizionario Daijisen definisce come un testo in cui l’autore, affidandosi al pennello, traduce nella scrittura in forma libera le proprie conoscenze, esperienze, riflessioni. […] I fogli sui quali scrivere Iroiro a Giorgio Amitrano li ha metaforicamente regalati Cesare Garboli, incoraggiandolo così: «Devi scrivere questo libro con abbandono, non come se fosse un peso. Io ti ho gettato un seme e sta a te adesso farlo crescere. Non devi chiederti che albero sarà, pensare di far venire su un melo o un pero o magari un ciliegio perché è più giapponese. Devi amarlo, questo libro, e scriverlo in piena libertà. E amare te stesso mentre lo scrivi. Dev’essere un libro che nessun altro potrebbe scrivere. Un libro che puoi scrivere solo tu». Il libro di Amitrano si muove nello spazio sottile tra empatia e distanza – l’antidoto migliore contro l’esotismo – scorrendo agile fra il pop e il sublime: due elementi che si rincorrono in tutte le culture, ma che in Giappone dialogano fin dall’epoca classica, per esempio nel teatro, dove la solennità del no si lascia interrompere dal modo farsesco del kyogen. A partire dal dopoguerra poi, la cultura popolare, con il boom del cinema di animazione, della musica pop, del manga ha invaso campi che prima le erano preclusi, a cominciare da quello della letteratura. Un esempio emblematico è Murakami Haruki, autore che «esprime una percezione della realtà globalmente diffusa – scrive Amitrano – ma ancora in gran parte sommersa, che (…) calandosi nel pozzo dell’inconscio, riesce a portare alla luce. I lettori riconoscono nei suoi romanzi (e racconti) il senso di crescente irrealtà e conseguente inquietudine che si sono infiltrati nella vita di tutti». […] Ma nelle pagine di Amitrano troviamo anche i caffè, il karaoke con gli enka di Misora Hibari, i ciliegi in fiore, il cinema di Naruse Mikio, insomma un ritratto del Giappone immune da qualsivoglia manierismo, che esibisce un rapporto molto più dinamico e meno conservatore con la tradizione di quanto ci piaccia pensare. Proprio il pop, del resto, «ha restituito al Giappone l’armonia tra serietà e leggerezza che era stata sempre una sua dote preziosa». [Paola Scrolavezza, Alias – il Manifesto, 17-06-2018]

Giorgio Amitrano insegna Lingua e Letteratura giapponese all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Ha tradotto opere di Kawabata Yasunari, Miyazawa Kenji, Nakajima Atsushi, Inoue Yasushi, Murakami Haruki e Yoshimoto Banana. Ha curato per la collana Meridiani: Kawabata, Romanzi e racconti, Mondadori, Milano 2003. Dal 2013 al 2016 è stato Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. Il volume Iroiro. Il Giappone tra pop e sublime, DeAgostini, Milano 2018, è fra le sue più recenti pubblicazioni.

In collaborazione con La Confraternita dell’Uva

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